Le previsioni sulla produzione industriale e sulla produttività commerciale, anche in campo pubblicitario, diventano ogni giorno più fosche. Ma in questo clima di emergenza per gli inserzionisti ci sono anche opportunità da cogliere.
Come già sottolineato da più parti, il consumo televisivo sta aumentando in molti mercati. E’ avvenuto in Cina, il primo paese a imporre misure di isolamento, e poi via via anche in Corea del Sud, Italia e negli altri paesi europei colpiti dal virus.
Le ricerche indicano che durante i periodi di crisi – comprese le recessioni – saranno i marchi che decideranno di investire a guadagnare quote di mercato. Si tratta di vantaggi che possono continuare a sostenere quando la ripresa arriverà, quando i cittadini del mondo torneranno a modelli di vita e di consumo più normali.
Se i vostri marchi non sono direttamente interessati dalla crisi come, ad esempio, lo sono sia le compagnie aeree o i produttori di auto o il settore moda – allora sfruttate subito l’opportunità di costruire una presenza.
“Durante una crisi i problemi dei consumatori non spariscono ma semplicemente cambiano. Le persone hanno smesso di mangiare al ristorante ma non hanno smesso di comprare cibo già cucinato. I ristoranti che prima di tutti sono riusciti ad attrezzarsi per le consegne a domicilio hanno la possibilità di reggere meglio la situazione. Il discorso vale anche per gli acquisti in generale: le persone hanno smesso di comprare nei negozi fisici ma non hanno smesso di comprare online. Quindi se hai una piccola attività commerciale e hai dovuto chiudere il negozio, invece di tenere ferma la merce in magazzino, attrezzati per venderla, aprendo quello virtuale. Il settore e-commerce ha avuto un boom del +80%. Per chi si era già attrezzato con un canale di vendita online, oggi può concentrare i suoi sforzi su quel canale. Non si deve pensare al prodotto che si vende, ma si deve restare focalizzati sulle emergenti esigenze del mercato.”
“Se si ha modo di comunicare con i propri clienti attraverso una lista e-mail o una pagina social è il momento di farlo. Cosa si deve comunicare? Se si ha individuato un modo per risolvere un problema nella nuova situazione in cui si trovano, si deve assolutamente comunicarlo. Molti imprenditori che avevano degli eventi dal vivo sono rimasti mercato-centrici (focus sulle nuove esigenze del mercato) e si sono attrezzati per realizzare l’evento in streaming. E l’hanno ovviamente comunicato. Da qui l’importanza di aver costruito nel tempo un modo per poter mantenere un contatto con i propri clienti. Se proprio non si ha modo di vendere nulla nella nuova situazione, si può continuare a fare pubblicità per quando la situazione sarà tornata alla normalità offrendo, ad esempio, pacchetti scontati per chi compra ora. Le persone non saranno, in questo caso, in giro per le strade ma non sono sparite: sono ancora di più sui canali social.
Inoltre, non tutti sono in preda al panico: durante una crisi molte persone sono fiduciose che si possa tornare ad una situazione tranquilla e sono propense ad acquistare beni e servizi in sconto anche per il futuro. E se proprio non si può vendere nulla: si deve comunicare sui propri canali, si deve creare un format interessante, educare ed intrattenere in questo periodo in cui c’è tanto bisogno di sorridere e di passare il tempo. È comunque un investimento in marketing che tornerà utile per quando la situazione sarà tornata alla normalità ed, in ogni caso, farà del bene alla comunità”.
In una crisi si può avere un bel problema finanziario dovuto alla mancanza di clienti ma alla presenza costante delle scadenza di pagamento: affitto, dipendenti, etc. Se abbiamo dei dipendenti operativi, possiamo impiegarli in nuove mansioni funzionali a risolvere la nuova situazione di mercato. Se abbiamo dei dipendenti che devono lavorare da casa, dobbiamo essere noi imprenditori ad organizzare al meglio il loro lavoro: può essere il momento giusto per la formazione del personale, per analizzare bene i conti aziendali, per cambiare gestionale, per introdurre nuove procedure o correggere quelle vecchie, per anticiparci un lavoro che avremmo comunque dovuto fare, etc. In questo momento storico, con tutta l’Italia in quarantena, ‘non è la più forte delle specie che sopravvive, né la più intelligente, ma quella più reattiva ai cambiamenti.”
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