Spinti all’approfondimento da un interessante post degli stimati colleghi di Marketing Espresso ( https://www.instagram.com/p/CYi9jf7NqmI/ ) abbiamo con ben poco stupore scoperto che nelle aziende italiane non si investe nella formazione, nello specifico in quella social. Ma andiamo con calma.
A riportare i dati di cui si parla è l’Hootsuite Barometer del 2018, in uno studio che espone lo stato del rapporto tra aziende e mondo social in Italia(https://blog.hootsuite.com/it/aziende-italiane-e-social-media-barometro-hootsuite-2018/); è vero che 3 anni nel mondo digitale possono rappresentare un’eternità, e quindi uno studio svolto nel 2018 potrebbe apparire anacronistico oggi, ma ci sentiamo di affermare, anche a partire dalla nostra esperienza personale, che questi dati non si discostano tanto dalla realtà del 2022.
L’aspetto più interessante dello studio è da ricercarsi proprio nella parte inerente l’investimento in formazione social che le aziende fanno; ben il 46% delle aziende italiane non fornisce alcuna formazione ai propri dipendenti, dato assolutamente paradossale se si considera che il medesimo studio ci dice che l’86% sostiene che la presenza sui social della propria azienda sia fondamentale, e che l’88% delle aziende opta per una gestione dei social interna, non affidata cioè ad un’agenzia di web marketing. Abbiamo quindi un numero consistente di aziende che sa quanto siano importanti i social, ne fa un elemento importante nella costruzione delle proprie strategie di marketing, affidandolo a dei dipendenti interni, ma senza de facto costruire un ecosistema che ne sostenga e ne alimenti il potenziale. Usiamo il termine “ecosistema” perché riteniamo che l’approccio “social” non possa ormai più essere considerato come una “nicchia di comunicazione” scissa da tutto il resto dell’azienda; mai come oggi il mondo offline e quello online vivono intrecciandosi, il metaverso ce lo insegna, e lo stesso deve accadere all’interno di un’impresa di successo. Parliamo di ecosistema perché ognuno degli elementi che compongono un’azienda può e deve contribuire alla “costruzione social” della stessa, e ne è condizionato, anche se inconsapevolmente. Non formare i propri dipendenti in un ambito che sottostà in maniera così determinante ad ogni fase della produzione (di qualsiasi produzione si parli, materiale o immateriale), significa in poche parole rifiutare i frutti che una strategia social sa portare. Questo è tanto più vero laddove si decide di affidare la comunicazione della propria azienda a dei dipendenti interni; per quanto questi possano essere competenti di base, la formazione costante è un tassello essenziale, specie in un ambito così fluido e in continua evoluzione come quello del mondo social.
Certo, per un’agenzia di marketing come la nostra, questi dati potrebbero risultare quasi consolatori e positivi: se le aziende si rifiutano di investire nella formazione dei propri dipendenti, presto o tardi dovranno rivolgersi a dei professionisti esterni come noi che risolvano i problemi strutturali della loro comunicazione. A preoccuparci è però la consapevolezza che questo atteggiamento di rifiuto nei confronti di una sana e costante curiosità sia molto diffuso anche tra le varie agenzie che si occupano di comunicazione; non abbiamo dati alla mano che parlino degli investimenti in formazione social da parte delle agenzie pubblicitarie, ma un’idea nel nostro percorso ce la siamo fatti: ci si adagia sull’idea di essere dei professionisti della comunicazione digitale, di avere tra le mani l’intero pacchetto di conoscenze utili a muoversi nel mondo social, e ce lo si fa bastare. Questo atteggiamento è il primo passo verso l’obsolescenza della propria attività, se non addirittura della propria mente!
Lavorare con i social significa essere quotidianamente pronti a mettere in dubbio ciò che si sapeva ieri; significa studio costante, attenzione perenne alle nuove tendenze ed evoluzioni del mondo; significa avere sempre fame di apprendere. Se le aziende devono puntare sulla formazione, noi agenzie non dobbiamo essere da meno, anche e soprattutto in ambito social. È per questo motivo che ormai da due mesi noi di Graphicnart stiamo portando avanti il progetto “Time2me” (https://www.graphicnart.it/graphicnart-punta-tutto-sulla-formazione-del-personale-nasce-time2me/), perchè abbiamo sempre creduto nel valore della curiosità e dell’apprendimento. La tentazione di adagiarsi con pigrizia sulle competenze di cui si è già in possesso è sempre dietro l’angolo, per tutti, anche per noi, ma la differenza sta nel saperla fuggire ponendosi sempre nuove domande. Time2Me più che un progetto è un approccio; una volta conclusi i corsi di aggiornamento attualmente seguiti, non sarà la fine, ma semplicemente l’inizio per nuovi corsi, nuove ricerche, nuove sfide.
Formarsi è essenziale, offrire formazione è essenziale; una realtà che investe in formazione è una realtà che punta sulla crescita dei propri dipendenti e di conseguenza sulla propria.Time2Me oltre ad aver consolidato le nostre competenze e averne apportate di nuove, ci ha consentito anche di fare squadra, svelando in maniera del tutto trasparente e sincera i punti di debolezza di ognuno di noi, in modo da poterci lavorare, migliorando insieme.
Non si tratta dunque di semplice formazione ma di un punto di partenza per costruire relazioni che siano umane e professionali allo stesso tempo, in cui mente e cuore si uniscono per lo stesso scopo!
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