Man mano che ci avviciniamo alla ‘fase 2’, ci domandiamo: “quando potremo tornare a muoverci in libertà, mangiare al ristorante, entrare in un negozio, andare – pensa un po’ – al cinema?”. E se questa domanda non fosse quella giusta? Ad emergenza finita, il mondo potrebbe non tornare ad essere esattamente quello di prima, anche le persone e le le loro abitudini potrebbero essere cambiate, nonché le loro aspettative verso il brand.
IL PUNTO È QUESTO: PROBABILMENTE NEL PROSSIMO FUTURO VERRÀ RIDISEGNATA UNA ‘NUOVA NORMALITÀ’ nella quale convivranno abitudini e attitudini che i cittadini hanno acquisito durante questo periodo difficile, fatto di obblighi e restrizioni, che ci auguriamo andranno via, via a ridursi.
Brand e servizi che hanno trovato una nuova stabilità, un’occasione di riposizionamento e un nuovo modo di proporsi al cliente, si renderanno conto che le soluzioni ideate in questo periodo, si riveleranno utili anche quando tutto questo sarà finito.
«LE MISURE TEMPORANEE SOPRAVVIVONO ALLE EMERGENZE ed entrano nella nostra quotidianità» Come il distanziamento sociale, che ha stimolato un boom nell’utilizzo delle piattaforme digitali, unico tramite con famigliari, amici, colleghi e contatti di lavoro per colmare la distanza fisica.Una crescita del 1000% nelle video chiamate, +70% del tempo speso su tutte le app di casa Facebook, visualizzazioni dei live raddoppiate, non più solo brevi ma longo form. Pochi giorni fa Mark Zuckerberg ha raccontatoche solitamente il picco di traffico è a capodanno, adesso il picco tutti i giorni della settimana weekend inclusi. Anche le aziende durante il lockdown hanno cambiato modo di proporsi. «L’ecommerce ha avuto una crescita improvvisa, con l’abbattimento di quelle che prima erano le principali barriere, come usare strumenti di pagamento elettronici. Il 40% di chi compra sono inoltre nuovi buyer. Si compra di più e da più aziende che prima non avremmo preso in considerazione, dalle grandi al minuscolo
ANCHE LA CASA,
oggi il centro del nostro mondo, è cambiata: da guscio e rifugio intimo, ora si trova ad essere palestra, bar, ufficio. Pubblico e privato si sono sovrapposti. Non si stenta a credere che, nella fase due, ci saranno aziende che ricreeranno situazioni e ambienti tipici della casa, per rievocare lo stesso tipo di comfort.
Non da ultimo, ci sono aziende che stanno allargando i propri orizzonti per offrire novità fruibili da casa: Airbnb con le sue esperienze online, l’ente del turismo delle isole Fær Øer che le fa visitare dallo smartphone degli abitanti, corsi per fare attività fisica di ogni genere ed eventi sportivi ricreati in digitale (dalla NBA, al calcio, alle corse dei cavalli) per diventare occasioni di intrattenimento televisivo.
«CREATIVITÀ E TECNOLOGIA insieme possono aiutarci a superare questo momento. Per i brand è importante farlo in modo intelligente e non invasivo: oggi lo schermo dello smartphone è ancora più importante perché è il “posto” in cui incontrare amici, famiglia, colleghi, accedendo a qualsiasi tipo di servizio. Se già in passato l’interruzione era negativa, ora viene percepita peggio.
INSOMMA NON CI SARÀ UN POST COVID, MA UN LUNGO ABITUARSI A AD UNA NUOVA NORMALITÀ,
qualcosa di nuovo, nella quale i brand avranno un ruolo chiave.
Ci sono brand che si sono trovati automaticamente avvantaggiati dalla situazione (come i servizi digitali) e chi è stato capace di attivarsi velocemente con l’ecommerce.
Ne usciranno vittoriosi anche i brand che hanno rivisto comportamenti che parevano consolidatissimi: noi di Graphicnart, ad esempio, con Marinella Spose abbiamo cambiato modo di comunicare, affrontando il momento in modo strategico e senza cambiare modello di business.
E infine tutte le tipologie di business, che stanno rinnovando il modello di contatto fisico con le persone.
«Si tratta di brand anche molto piccoli: noi, ad esempio, con Nick’s Hair Lab, salone di bellezza femminile, stiamo per lanciare una comunicazione molto forte con l’utente, avvalendoci delle opportunità tecnologiche nate nel e dal lockdown che, siamo sicuri, entreranno nel tessuto di business locale anche dopo il blocco. Insieme al nostro cliente, stiamo piantando piccoli semini di posizionamento che fioriranno più avanti» . Ci sarà un cambio di valori (in testa quelli relativi alla sicurezza e agli affetti) e i brand che sapranno intercettare le giuste priorità e i cambiamenti dei bisogni saranno percepiti positivamente dagli utenti.
Noi creativi dobbiamo essere in prima linea per studiare strategie di mercato che siano capaci di creare una nuova zona di comfort per l’utente, uscendo dai soliti canali e creandone di nuovi: THINK OUTSIDE THE BOX!
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